Scelta di poesie e prose di Pietro Metastasio: offerta agli studiosi della bella lingua italiana, Volum 2

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Lefevre, 1822
 

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Pàgina 276 - Sogni e favole io fingo; e pure in carte Mentre favole e sogni orno e disegno, In lor, folle ch'io son, prendo tal parte, Che del mal che inventai piango e mi sdegno.
Pàgina 113 - Lungi da te m' aggiro Senza bramarti mai; Son. teco, e non mi fai Né pena nè piacer. Di tua beltà ragiono, Nè intenerir mi sento; I torti miei rammento , E non mi so sdegnar. Confuso più non sono Quando mi vieni appresso; Col mio rivale istesso Posso di te parlar. Volgimi il guardo altero , Parlami in volto umano...
Pàgina 119 - Oh Dio! chi sa fra tanti teneri omaggi e pianti, oh Dio, chi sa se mai ti sovverrai di me! Pensa qual dolce strale, cara, mi lasci in seno: pensa che amò Fileno senza sperar mercè: pensa, mia vita, a questo barbaro addio funesto; pensa...
Pàgina 114 - Spezzar m'intesi il core. Mi parve di morir. Ma per uscir di guai, Per non vedersi oppresso, Per racquistar se stesso Tutto si può soffrir.
Pàgina 112 - Sento da' lacci suoi, Sento che l' alma è sciolta; Non sogno questa volta, Non sogno libertà. Mancò ì' antico ardore , E son tranquillo a segno, Che in me non trova sdegno Per mascherarsi amor. Non cangio più colore Quando il tuo nome ascolto; Quando ti miro in volto Più non mi batte il cor. Sogno, ma te non miro Sempre ne' sogni miei ; • Mi desto , e tu non sei II primo mio pensier.
Pàgina 115 - Io lascio un incostante: Tu perdi un cor sincero: Non so di noi primiero Chi s'abbia a consolar. So che un sì fido amante Non troverà più Nice; Che un'altra ingannatrice È facile a trovar.
Pàgina 119 - Dall'una all'altra aurora te andrò chiamando ognora; e tu chi sa se mai ti sovverrai di me! Io rivedrò sovente le amene piagge, o Nice,, dove vivea felice quando vivea con te. A me saran tormento cento memorie e cento; Ecco, dirò, quel fonte dove avvampò di sdegno, ma poi di pace in pegno la bella man mi die'.
Pàgina 114 - De' rischi che passò. Dopo il crudel cimento Narra i passati sdegni, Di sue ferite i segni Mostra il guerrier così. Mostra così contento Schiavo che uscì di pena La barbara catena Che strascinava un dì. Parlo, ma sol parlando Me soddisfar procuro; Parlo, ma nulla io curo . Che tu mi presti fé: Parlo, ma non dimando Se approvi i detti miei, Né se tranquilla sei Nel ragionar di me.
Pàgina 118 - Ecco quel fiero istante ; Nice, mia Nice, addio. Come vivrò, ben mio, Così lontan da te ? Io vivrò sempre in pene ; Io non avrò più bene; E tu, chi sa, se mai Ti sovverrai di me ! Soffri, che in traccia almeno Di mia perduta pace Venga il pensier seguace Su l'orme del tuo pie.
Pàgina 246 - Si vedria che i lor nemici hanno in seno; e si riduce nel parere a noi felici ogni lor felicità.

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