La Gerusalemme liberata, Volum 1Didot, 1812 |
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Frases i termes més freqüents
Ademaro Adrasto Aladino albergo alfin allor Altamoro anco Apriche Argante arme Armida avea Biserta campo d'Egitto Capitan Cavalier ch'a ch'al ch'è ch'io che'l Ciel Circasso Città Clorinda colpo crin destrier dicea difesa dolce drizza Duce Ecco Emireno fero ferro Flegetonte foco fugge furor genti Gerusalemme GERUSALEMME LIBERATA gira Goffredo gran grida guardo Guelfo guerra guerrier guisa indi intanto Ismeno l'altro l'arme lassi lido lieto loco lunge LXVI macchine medesmo mira mortali morte mostra 17 mura nemico notte occhi omai Pagan Palestino parla passi percosse petto piaga pianto piè pio Buglion piropi poscia prega pria primiero pugna puote quinci Quivi Raimondo regno Rinaldo saetta sangue scudo sdegno seco selva sembiante Signor Solimano sovra spada spirto stuol suon Tancredi Tisaferno torre Torre di David tosto troncar Uccide ucciso usbergo Vafrino varj Vassene vede veggio vendetta vinto volge volto XXXVI
Passatges populars
Pàgina 152 - Deh mira, egli cantò, spuntar la rosa dal verde suo modesta e verginella, che mezzo aperta ancora, e mezzo ascosa, quanto si mostra men, tanto è più bella. Ècco poi nudo il sen già baldanzosa dispiega: ecco poi langue, e non par quella; quella non par, che desiata avanti fu da mille donzelle e mille amanti.
Pàgina 54 - D'un bel pallore ha il bianco volto asperso, come a' gigli sarian miste viole, e gli occhi al cielo affisa, e in lei converso sembra per la pietate il cielo e...
Pàgina 250 - Nella visiera, ove accertò la via. Moriva Argante, e tal moria qual visse; Minacciava morendo, e non languia: Superbi, formidabili e feroci Gli ultimi moti fur, l'ultime voci.
Pàgina 323 - Giunge a l'irresoluto il vincitore: e in arrivando (o che gli pare) avanza e di velocitade e di furore e di grandezza ogni mortai sembianza. Poco ripugna quel; pur mentre more...
Pàgina 125 - Così piuma talor, che di gentile amorosa colomba il collo cinge, mai non si scorge a se stessa simile, ma in diversi colori al sol si tinge. Or d'accesi rubin sembra un monile...
Pàgina 53 - Poco quindi lontan nel sen del monte scaturia mormorando un picciol rio. Egli v'accorse e l'elmo empiè nel fonte, e tornò mesto al grande ufficio e pio. Tremar senti la man, mentre la fronte non conosciuta ancor sciolse e scoprio.
Pàgina 51 - Misero, di che godi? oh quanto mesti fiano i trionfi ed infelice il vanto! Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti) di quel sangue ogni stilla un mar di pianto.
Pàgina 244 - Tragge dall' arme irate e vincitrici. Escon della cittade, e dan le spalle Ai padiglion delle accampate genti , E se ne van dove un girevol calle Li porta per secreti avvolgimenti ; E ritrovano ombrosa angusta valle Tra più colli giacer, non altrimenti Che se fosse un teatro , o fosse ad uso Di battaglie e di cacce intorno chiuso.
Pàgina 53 - Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona tu ancora, al corpo no, che nulla pavé, a l'alma si; deh! per lei prega, e dona battesmo a me ch'ogni mia colpa lave.
Pàgina 167 - Tanto t' agiterò, quanto t' amai. E s' è destin ch' esca del mar, che schivi Gli scogli e l' onde, e ch' alla pugna arrivi ; LIX. Là tra 'l sangue e le morti egro giacente Mi pagherai le pene, empio guerriero : Per nome Armida chiamerai sovente Negli ultimi singulti; udir ciò spero. Or qui mancò lo spirto alla dolente, Nè quest' ultimo suono espresse intero; E cadde tramortita , e si diffuse Di gelato sudore, ei lumi chiuse. LX. Chiudesti i lumi, Armida: il cielo avaro Invidiò il conforto...