Imatges de pàgina
PDF
EPUB

giacchè al di sopra del cornicione scorgesi in un bellissimo quadro lo strano caso avvenuto a questo famoso discendente di Udèo già nato

te pericolo del proprio onore. Dunque dopo Raffaello niuno più doveva arrischiarsi a dipignere nel Vaticano; dopo il Correggio non doveva Lattanzio gareggiare co' suoi dipinti nel Duomo di Parma; dopo Lattanzio non doveva Antonio Gandino nella stanza del nostro palazzo prefettizio, ove il Gambara ha figurate le visioni dell' Apoca lisse, avere il coraggio di toccar tavolozza. Noi siamo con loro pace di ben diversa opinione; poichè senza l'emulazione mancherebbero operatori alle scienze, alle arti, e comodi e delizie alla vita; e ragioniamo in vece così: o riuscirà al signor Manfredini di fare nelle due nicchie un Tiresia ed una Medusa od Andromeda, che si accostino allo stile di Lattanzio, e Lattanzio non sarà meno pregevole per essere imitato, o non vi riuscirà, e il signor Manfredini non sarà certo biasimevole per essersi accinto a grande impresa. Non vi fu ancora chi abbia riputato disdoro di Fetonte l'essersi scritto, come riferisce Ovidio nel secondo delle Metamorfosi sulla sua tomba: '

Hic situs est Phaethon, currus auriga paterni: Quem si non tenuit, magnis tamen excidit ausis.

dai denti del serpente seminati da Cadmo (76). Avendo costui veduti copularsi due serpenti in un bosco del monte Cilleno (77), quelli fortemente percosse col bastone che in mano portava; per lo che sdegnata la Natura, che egli avesse osato violare i misteri della riproduzione, cangiò all' istante il suo sesso, e convertillo di maschio in femmina; nel quale stato rimase fino a che dopo sette anni ripassando per la medesima selva, veduti gli stessi serpenti nell'atto di sopra descritto, e quelli nuovamente percossi lasciò l' aspetto muliebre riassumendo le primiere forme virili. Sta nella seconda nicchia Alcinoe moglie di Ceice colorita

(76) Declaustre tom. III pag. 210.

(77)..... Venus huic erat utraque nota. Nam duo magnorum viridi coëuntia silvâ Corpora serpentum baculi violaverat ictu : Deque viro factus (mirabile) foemina, septem Egerat autumnos; octavo rursus eosdem

Vidit: et, est vestrae si tanta potentia plagae, Dixit, ut auctoris sortem in contraria mutet: Nunc quoque vos feriam: percussis anguibus îsdem

Forma prior rediit; genitivaque venit imago. Ovid. Metam. lib. 111.

al naturale, come pure lo sono tutte le altre corrispondenti figure. Dolcissima è la fisonomia di questa nella favola tanto illustre matrona, e fa desiderare a chi ben la riguarda di avere una moglie se non egualmente venusta di aspetto, altrettanto bella almeno di cuore. Mirasi nel quadro sovrapposto Ceice Re di Trachina (78) prendere affettuosamente commiato dalla amorosissima sposa, risoluto di re carsi per mare alla città di Claro per consultarvi il famoso oracolo di Apollo intorno a' tristi presagi ed alle inquietudini ond' era angustiato il suo cuore dopo la morte di suo fratello Dedalione (79) precipitatosi dal monte Parnaso. La tenerezza del marito, e l' affanno di Alcione in tale separazione sono espressi con

[ocr errors]

(78) Trachina, detta anche Eraclea, oggi è Comaro città di Tessaglia fabbricata da Ercole presso al monte Oeta. A sproposito il Carboni pag. 195 alla figura di questa seconda nicchia dà il nome di Dejanira.

(79) Dedalione figlio di Lucifero e fratellò di Ceice si precipitò dal monte Parnaso per aver Diana trafitta la lingua e tolta la vita con una saetta a Chione figlia di lui, la quale aveva osato di anteporsi a quella Dea. Apollo per compas sione convertillo in rapace sparviero.

tanta verità, che dagli occhj loro ad evidenza sembra piovere il pianto (80). Scorgonsi in lon

(80) Diceva Alcinoe allo sposo:

Aequora me terrent, et ponti tristis imago. Me quoque tolle simul; certe jactabimur unà ... Veluti praesaga futuri

Horruit Halcyone, lacrymasque emisit obortas, Amplexusque dedit, tristique miserrima tandem Ore, vale, dixit; collapsaque corpore tota est .... Moesta locum repetit, de quo spectarat euntem. Fluctibus actum

[ocr errors]

Fit propius corpus
Cernit; erat conjux. Ille est, exclamat, et unà
Ora, comas, vestem lacerat, tendensque tre-

mentes

Ad Ceyca manus: sic, o carissime conjux,
Sic ad me, miserande, redis? ait. Adjacet undis
Facta manu moles, quae primas aequoris iras
Frangit, et incursus quae praedelassat aquarum.
Insilit huc, mirumque fuit potuisse volabat:
Percutiensque levem modo natis aëra pennis
Stringebat summas ales miserabilis undas
Ut verò tetigit mutum et sine sanguine corpus,
Dilectos artus amplexa recentibus alis
Frigida nequicquam duro dedit oscula rostro...
.... et tandem, superis miserantibus, ambo
Alite mutantur. Fatis obnoxius îsdem

[ocr errors]

tananza la nave di Ceice che si sprofonda, alcuni corpi naufraghi scherzo dell' onde, e due uccelli marini, detti alcioni, simbolo dell'amor conjugale, ne' quali furono cangiati dalla pietà degli Dei questi due fidi consorti, allorchè Alcione veduto dal lido il cadavere del marito vi si slancio sopra, preferendo lo annegarsi ad una misera vedovanza. Osservasi nella terza nicchia l'animoso Turno Re de' Rutuli rivale di Enea, (81) gestante una lunga asta con fiaccola nella destra, ed appoggiante in arco la sinistra mano sul fianco. La sua cera è cogitabonda, l'atto maestoso e marziale. Rappresenta il quadro superiore lo stesso Turno, allorchè in vano si sforza d'incendiare le navi Trojane (82); poichè la gran madre degli Dei Ci

Tunc quoque mansit amor, nec conjugale solutum

Foedus in alitibus.

Ovid. Metam. lib. x1.

(81) Qui pure s'inganna il Carboni pag. 195. Questi è manifestamente Turno, e non Marte come egli sproposita.

....

(82) Fert ecce avidas in pinea Turnus Tecta faces.....

« AnteriorContinua »