quelle di Verona e di Parma. In Gottolengo avvi una sua deposizione dalla Croce, a Portesio, ed a Coccaglio una Immacolata Concezione, a Preseglie una sacra Famiglia, e in molte case private di Brescia, di Verona, di Bergamo e di Salò veggonsi de' suoi quadri di argomento sacro e profano, ed alcuni ritratti assai bene incontrati.

ZANETTI GIAGOMO di Ghedi fu scola ro di Sebastiano Rizzi. Il Dusi conservava varj suoi studj con somma attenzione. I suoi ritratti hanno certamente del pregio. Carboni pag. 22 128 lo fa oriundo di Quinzano.

ZANIBERTI FILIPPO nacque l'anno 1585. Fu scolaro per dieci anni di Santo Peranda in Venezia, ed è molto stimato nel colorito delle. carni e nelle piccole figure toccate con tutta grazia e naturalezza. Il cavalier Boschini dice che sta alla prova di qualunque bella Veneta maniera di dipignere, e molto si estende a lodare il di lui quadro all'altar maggiore in santa Maria Nuova di Venezia, rappresentante la raccolta della manna nel deserto, aggiugnendo che chi possiede suoi dipinti possiede zecchini certi. Conviene anco il Zanetti che la maniera di questo artefice era di buon carattere, e di bella macchia, e che nell' ordine del suo

operare vi era genio e maestria. Insegnò al proprio figlio Giambattista l'arte della pittura, e morì nel 1636 in età di anni 51, essendo stato sepolto in santa Giustina di Brescia. Cozzando pag. 114, Boschini pag. 466, Zanetti pag. 341, Fuga pag. 371, Lanzi part. 1 pag. 154, 187.

I

ZOLA GIUSEPPE, originario di Brescia, come scrive il Crespi, fiorì nella città di Ferrara. Paesista di un gusto non legato a verun maestro ed a molti nello stesso tempo fu feracissimo d'invenzioni. I suoi casamenti sono rusticani, e le rudi sue scene sanno del moderno, e sparse vanno bizzarramente di sterpi e di edere. Usò fondi molto azzurri, e riunì ne' suoi quadri varietà di figure e di oggetti; anzi le figure e singolarmente le piccole sono migliori de' suoi paesi. Le opere da lui fatte ne' primi tempi vengono più pregiate, perchiocchè dopo che gli abbondarono le commissioni incominciò a lavorare di pratica, ogni

sua

cura ristrignendo alla conservazione del colorito. Girolamo Gregorj morto nel 1743 d'anni 68 fu il migliore de' suoi allievi. Lanzi tom. II part. 11 pag. 268; Crespi, giunte al Baruffaldi, Moschini tom. 1 pag. 34 nota (1).

· ZOPPO PAOLO, assai diritto nell' ingegno e nelle virtuose operazioni, visse con ri

putazione di valente pittore e diligentissimo miniatore. Morì di morte subitanea in Desenzano, soprappreso da estremo cordoglio per essergli spezzato un bacile di cristallo, nel quale con sottile vaghezza aveva dipinto il tristo avvenimento del sacco di Brescia nel 1512. Vi si ammiravano i ritratti di Gastone di Foix, e di altri principali capitani intervenuti a quell'impresa. L'opinione del Rossi, del Cozzando, e dell' Orlandi, che fanno vivente il Zoppo anche nel 1530 ci sembra assai più fondata di quella del Ridolfi e del Lanzi, che credono avvenuta la sua morte nel 1515; poichè il Principe Andrea Gritti, al quale disegnava il Zoppo di offerire in dono il suo mirabile catino non fu eletto Doge di Venezia che nel 1522. Il Cristo che va al Calvario nella chiesa di san Pietro Oliveto, attribuito al Foppa, vuolsi che sia decisamente del Zoppo. Chiunque sia l'autore di quel dipinto, egli mostra molto avvicinarsi alla maniera moderna, e non avere ignorata quella de' Bellini. Rossi pag. 508, Cozzando pag. 124, Orlandi pag. 410, Ridolfi part. I pag. 246. Lanzi part. I pag. 47, Coronelli Cron. Univ. pag. 475', Fuga pag. 1032..