L'harem e l'Occidente

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Giunti Editore, 2000 - 192 pàgines
Descrivimi il tuo harem, e ti dirò chi sei... Ovunque vivano, sostiene Fatema Mernissi, gli uomini fantasticano sull'harem: ciascuno possiede nella fantasia un harem personale, grazie al quale può dar corpo ai desideri più segreti. Molti artisti occidentali - da Ingres e Delacroix a Picasso e Matisse - hanno dipinto harem, e altrettanto hanno fatto gli orientali. Ma se vi soffermate a contemplarli, vi troverete di fronte a un enigma: mentre gli occidentali hanno raffigurato le bellezze da harem come creature ingenue e passive, gli orientali le hanno mostrate come donne battagliere, mobili e perturbanti... Che cosa si cela dietro queste effimere creature del sogno maschile? Cosa ci raccontano sui misteriosi nessi che legano il sesso e la paura, Fatema Mernissi ci propone di seguirla per risolvere l'enigma.

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Passatges populars

Pàgina 21 - Ora la donna, nella cui casa egli abitava, gli chiese che si desse a lei, e chiuse tutte le porte, e disse : " Vieni qui ! " Ma egli rispose: " Mi rifugio in Dio! Il mio Signore, in verità, m'ha dato asilo buono, e certo gli iniqui non prospereranno...
Pàgina 8 - Quando una donna si decide a usare le proprie ali, si assume grandi rischi», mi diceva. Non solo credeva che le donne avessero le ali, ma era anche convinta che facessero male a non usarle. Quando morì, io avevo tredici anni. Avrei dovuto piangere, ma non lo feci. «Il miglior modo di ricordare tua nonna», mi aveva detto in punto di morte, «è tramandare la mia preferita tra le storie di s Shahrazad, quella della "Donna dal vestito di piume"».
Pàgina 165 - Allora, perché a Matisse non interessò l'ideale di bellezza di Kemal Atatiirk negli anni Venti, quando incoraggiava le donne turche a buttare via il velo, arruolarsi nell'esercito e pilotare aerei? Non è curioso che un militare turco come Atatiirk sognasse donne emancipate, mentre un uomo come Matisse, cresciuto in una democrazia, sognasse odalische e una civiltà islamica confusa con la passività della donna?
Pàgina 9 - Il miglior modo di ricordare tua nonna», mi aveva detto in punto di morte, «è tramandare la mia preferita tra le storie di s Shahrazad, quella della "Donna dal vestito di piume"». Io, quella storia, l'ho imparata a memoria. Il nucleo centrale del suo messaggio è che la donna dovrebbe vivere come una nomade, sempre all'erta, pronta a migrare anche quando è amata, perché - almeno, così dice la fiaba - l'amore può fagocitarla e diventare la sua prigione.
Pàgina 140 - O voi che credete! In verità il vino, il maysir, le pietre idolatriche, le frecce divinatorie sono sozzure, opere di Satana; evitatele a che per avventura possiate prosperare. Perché Satana vuole, col vino e col maysir, gettare inimicizia e odio fra di voi, e stornarvi dalla menzione del Santo Nome di Dio e dalla Preghiera. Cesserete dunque?
Pàgina 43 - Shahrazad aveva letto i libri di letteratura, filosofia e medicina. Conosceva a memoria la poesia, aveva studiato i resoconti storici, ed era ferrata nei proverbi degli uomini e nelle massime di saggi e re. Era intelligente, ben informata, saggia e raffinata. Aveva letto e aveva imparato».
Pàgina 79 - Una donna con la testa piena zeppa di greco, come madame Dacier, o che sostiene profonde dispute sulla meccanica, come la marchesa de Chàtelet, può solo avere in più la barba».

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